Requiem by Young Robyn

autore:Young, Robyn [Young, Robyn]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Ro
editore: Nord
pubblicato: 2009-07-31T22:00:00+00:00

Gli uomini si gettarono a terra fra gli arbusti, annaspando in cerca d'aria. I volti erano lucidi di sudore alla luce dell'alba e il sangue macchiava i brandelli di stoffa che bendavano alla meglio le ferite. Alcuni succhiavano voracemente le fiasche d'acqua e poi se le rovesciavano in testa chiudendo gli occhi sotto il getto rinfrescante. I cavalli forzavano sui morsi, schiumando per la sete. Qualcuno si era azzoppato durante la fuga notturna da Anagni, e si udirono pietosi nitriti mentre i soldati li finivano. Will si appoggiò a un muro in rovina e osservò i ritardatari, per la maggior parte appiedati, che arrancavano lungo la ripida strada invasa di erbacce. Si sentiva ancora esausto ma almeno era riuscito a riposarsi un po', avendo raggiunto già da qualche ora la città in rovina di Palestrina insieme con quella parte della cavalleria che era riuscita ad allontanarsi dal palazzo del papa. Da quanto poteva vedere, mancava ancora almeno metà della loro compagnia. Nessuno sapeva che fine avessero fatto Rainaldo e gli uomini di Ferentino. Nessuno li aveva più visti da quando erano entrati nel palazzo con la prima ondata di aggressori. Sciarra, Goffredo Bussa e de Nogaret erano con loro, anche se il ministro aveva perso due delle guardie che lo avevano accompagnato dalla Francia e Bussa era disteso all'ombra, il viso terreo per la perdita di sangue. Si udì uno stridio acuto quando un'aquila li sorvolò, le ali dorate che risplendevano al sole. Altre la seguirono, disturbate dagli intrusi, e cominciarono a tracciare cerchi allarmati nell'aria. Dopo essere stata rasa al suolo da Bonifacio, la fortezza dei Colonna era rimasta abbandonata, e la natura aveva velocemente ripreso il sopravvento. C'erano rimaste ben poche tracce degli edifici che un tempo coronavano la collina; le poche pietre e travi che non erano state riutilizzate dalla gente del posto erano ricoperte di rampicanti ed erbacce. Tutto quello che restava erano mozziconi e brandelli frastagliati di muro che sbucavano fra gli arbusti lussureggianti. Era rimasta in piedi solo la cappella, lapide negletta di un'umanità ormai dimenticata in quelle terre selvagge. Le radici degli alberi si erano insinuate nelle crepe dei muri, il pavimento era incrostato di guano di pipistrello e le ragnatele ricamate di mosche ondeggiavano come fragili tende attraverso il coro. A Will sembrò strano che Sciarra li avesse condotti proprio in quel posto, ultimo baluardo di difesa della sua famiglia prima della sconfitta per mano del papa. Ma Colonna aveva bisogno di un posto in cui riunire le forze e fuori dalla vista degli alleati di Bonifacio, e Palestrina gli era forse sembrata la possibilità migliore. Forse Sciarra aveva persino sperato di trarre conforto da quel luogo: un ambiente familiare in cui leccarsi le ferite e valutare le perdite. In ogni caso non era finita. Poco ma sicuro. Quando un'ombra cadde su di lui, Will si schermò gli occhi e sollevò lo sguardo su de Nogaret. La veste del ministro era incrostata del sangue sgorgato dalla ferita alla spalla, sommariamente bendata da una delle guardie.

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